Grecia 2015 la Storia inizia o si conclude?

Yanis Varoufakis un Cittadino che passerà alla Storia.
Grecia 2015 la Storia inizia o si conclude?  
>>>  6.160.000 Europei in Grecia hanno votato per referendum di Domenica, rappresentano il 62,5 per cento degli aventi diritto. Pertanto il 37,5 non ha votato un numero rilevante anche se confrontato alle votazioni Italiane che vedono un astensione anche superiore del 50% appare segno di un ampia partecipazione e pertanto fiducia politica..
Oggi la partecipazione è un indice della fiducia di un popolo verso la politica e i politici,  pertanto la speranza di un coinvolgimento pare superato, però oggi tramite Internet si possono ascoltare le voci escluse dai media di Potere, da queste si è sentito una forte critica sulla struttura del debito. 
Il ragionamento pare semplice, Il debito contratto dalla Grecia è 60% verso noi stessi, (Germania Francia Italia Spagna ) 10% FMI il resto banche. Ora la domanda che molti dei cittadini che si sono astenuti si pongono è "come è stato composto questo debito?".  Alcuni indicano con l’acquisto esagerato di armi altri con sovvenzioni particolari dirette a favorire le proprie esportazioni, giri di cassa, (fonte Die Ziet:)  e ripreso anche da altri web,  nei fatti non vi è trasparenza e noi Europei viviamo in una specie di limbo della comunicazione riservata in modo chiaro a pochi privilegiati.


Yanis Varoufakis , ministro delle Finanze Greco, che indubbiamente passera alla Storia si è dimesso dando così la possibilità di continuare le trattative.


In tempo reale stiamo assistendo alla solita sfilato TV di economisti spaventapasseri e altri super conservatori che indicano strade di morte e distruzione nella speranza di poter contare e sostenere le proprie lobby.
Più debiti hai più garanzie hai!...
Il fatto e che da oggi dopo il Referendum greco il "No"  mette la zona euro in acque inesplorate.
Questo può essere una grande opportunità per menti evolute e progressiste ma anche un pericolo per eventuali forzature da parte di poteri forti.
Se guardiamo il contesto globale possiamo "oggi" vedere che la questione debito è molto più ampia di quanto si voglia far credere. Paesi potenti come l’America sono indebitati all'inverosimile  “ Il debito della prima economia del pianeta, gli Stati Uniti, ammonta a  più di 16/17 mila miliardi di dollari. che però va aggiornata al ritmo di crescita di 3,5-4 miliardi al giorno .  Poi c'è il Giappone, la terza economia del pianeta, che ha un debito superiore ai 10milia miliardi di dollari (più del doppio rispetto al Pil). L'Italia, che in questo momento è l'ottava economia del mondo incalzata da India, Canada e Russia, non scherza dato che ha ormai raggiunto la soglia dei 2mila miliardi di euro (oltre 2.500 miliardi di dollari al cambio attuale euro/dollaro 1,28) che, in prospettiva (considerate le stime calanti del Prodotto interno lordo nel 2012) dovrebbe attestarsi al 126% del Pil. Fonte: Il sole 24 ore)  .
Tutti ci domandiamo  per questa enorme  bolla mondiale del debito se ci sono ragioni per credere che Usa, Giappone e UE ecc.  rientreranno mai dai rispettivi buchi di bilancio.  E la risposta pare che è ormai fantascienza ipotizzare che i Paesi più sviluppati rientreranno in futuro dei propri debiti . 

 Questo è il punto centrale della vicenda e da qui dovrebbero partire le analisi e la comunicazione, pena il panico globale.
Questo è il terreno inesplorato su cui ci stiamo muovendo. 

legge sulle banche! Era ora!
Ora perché se il sistema non rientra dai propri debiti e scarichi tutto sui cittadini,  noi stessi Cittadini, popolo,  dovremmo rientrare dai debiti? 
 In questa logia la recente Legge sulle Banche  non prevede più  come lo è stato fin ad ora, il salvataggio delle banche  da parte delle nazioni di apparenza ma diventa di responsabilità dei correntisti e azionisti, questo  pone nuove incognite. 
In questo grande “bordello internazionale”  vi è anche  in coincidenza  la Cina che malgrado i diversi commenti ottimistici e di fiducia  del  Quotidiano del Popolo, il giornale di punta del Partito Comunista Cinese (PCC). Possiamo leggere che  dalla metà di giugno, il benchmark Shanghai Composite Index è caduto del 29 per cento in tre settimane, tra cui una perdita di 12 per cento la scorsa settimana. Per il Shenzhen Component Index e il ChiNext, il consiglio di start-up, la caduta è ancora più profonda.
Questo scenario mondiale ci può far comprendere oltre alle solite balle dei media  in quale situazione ci stiamo muovendo e come potranno cambiare gli assetti mondiali di riferimento.  
Ora anche società di analisi stanno dimenticando nelle proprie simulazioni dati importanti di economia globale  oppure già si sono proiettate ipotesi di cui non siamo a conoscenza? 
La Grecia ha urlato la nostra vulnerabilità, la limitata comprensione delle cose  sempre più gestite da pochissimi mentre personaggi politici locali nazionali ed economisti obsoleti, vivono nel segno di opportunismo e convenienza personale pensandosi furbi. 

W L’EUROPA  è l’ora del coraggio!.. e che nessun dorma!






Tucidide: